Un’altra epidemia di sifilide?

In questi giorni siamo tutti distratti dall’emergenza che sta vivendo l’Italia e il mondo intero a causa del progressivo espandersi dei focolai del nuovo coronavirus COVID-19 partito dalla Cina (leggi approfondimenti), ma negli ambulatori specialistici per le MST sta salendo anche la preoccupazione per un rapido, nuovo aumento di casi di sifilide, soprattutto tra i maschi gay e tra quelli che hanno già contratto l’infezione da HIV-1.

L’allarme di una ri-emergenza della sifilide era già scattato verso i primi anni del 2000 quando nelle grandi città europee cominciarono ad essere descritti estesi focolai soprattutto tra i gruppi a maggior rischio, come i maschi che facevano sesso con maschi (MSM) e quelli bisessuali. Poi progressivamente negli ultimi 10 anni, i casi erano lentamente diminuiti fino a stabilizzarsi nelle aree urbane su un numero tuttavia abbastanza elevato.

Ora, dall’inizio dell’anno, da alcune rilevazioni dati nei centri MST di Bologna e Roma, città con comunità gay particolarmente estese, si sta assistendo ad un nuovo preoccupante aumento dei casi che mette in crisi i programmi di prevenzione finora condotti. Solo nei primi due mesi del 2020 i nuovi casi di sifilide infettiva nel Centro MST del San Gallicano di Roma sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 2018, colpendo perlopiù giovani e pazienti HIV.

Come spiegarci tutto questo? Dobbiamo criticamente rimandare le sue ragioni all’abbassamento della guardia connesso all’ottimismo circolante dato dalle terapie contro l’infezione da HIV e al traguardo dell’U=U (undetectable=uninfected) (leggi approfondimento)? Oppure spiegarlo con l’estendersi dell’uso della terapia antiretrovirale per evitare l’infezione da HIV (PreP) (leggi approfondimento)? Oppure all’uso diffuso di nuove droghe ricreazionali durante il sesso (Chemsex) che fanno perdere il controllo (leggi approfondimenti)?.

Forse dovremmo chiamare in causa un mix di tutti questi fattori, ma solo i medici e i ricercatori riusciranno tra un po’ a spiegare il perché di questo repentino aumento dei casi di sifilide. Nel frattempo ognuno di noi può subito contribuire a limitare il fenomeno, vigilando meglio sul proprio comportamento sessuale, proteggendo tutti i rapporti col preservativo e facendo o facendo fare, un test per la sifilide, se non in ospedale, magari con un test rapido nei locali o nei circoli dedicati.