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La prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili (IST) rappresenta ancor oggi un’importante sfida di salute pubblica che fatica a raggiungere traguardi misurabili. Le ragioni di tutto questo affondano sia nelle caratteristiche bio-evolutive del comportamento sessuale umano, sia nelle sfide ancora aperte che riguardano la ricerca medica in questo ambito e sia nelle difficoltà che si continuano ad avere nell’abbattere quei fattori sociali che spesso sostengono la diffusione delle IST, soprattutto in alcune aree del mondo.
Il comportamento sessuale umano è tra i più difficile da modificare anche quando c’è di mezzo la salute. Le spinte biologiche che stanno dietro la sessualità e i significati relazionali del comportamento sessuale umano non si piegano facilmente sotto la spinta della percezione del rischio di una malattia. Neanche la ricerca bio-medica sembra aiutarci, visto che ancor oggi non disponiamo di vaccini efficaci contro la maggior parte dei patogeni che oggi definiamo “sessualmente trasmissibili”. Abbiamo solo da qualche anno un vaccino efficace contro la condilomatosi genitale. Abbiamo un vaccino contro l’epatite B (ma non è una classica IST!). Non disponiamo tuttavia di strumenti immunizzanti contro la sifilide, la gonorrea, l’herpes genitale o la Clamidia, e tantomeno contro l’infezione da HIV.
Inoltre abbiamo grosse difficoltà nell’influire o abbattere alcuni determinanti sociali, soprattutto in alcune aree del mondo che influenzano pesantemente la circolazione delle IST come per esempio; la povertà, le discriminazioni culturali e di genere, i conflitti razziali, l’analfabetismo, soprattutto femminile, o la carenza di strutture sanitarie di base.
Per questo oggi la prevenzione della maggior parte delle IST rimane basata soprattutto sul miglioramento dell’informazione e della responsabilizzazione individuale, su metodi comportamentali e su interventi bio-medici basati sulla diagnosi e il trattamento precoci.
Per evitare il contagio gli individui sono chiamati a riconoscere prima di tutto un rischio e secondariamente a mettere in atto strategie basate sull’evitamento dell’esposizione all’agente infettivo mediante metodi meccanici di barriera (preservativo maschile e femminile, spermicidi e diaframma), evitando di avere rapporti (astinenza, diminuzione del numero di partners, o dei rapporti sessuali) e di verificare il loro stato di salute effettuando test diagnostici o di screening.
Gli studi di valutazione degli interventi preventivi ci mostrano come i risultati migliori vengono ottenuti proprio dai programmi di prevenzione che prevedono interventi integrati basati su modelli educativi, comportamentali e biomedici.
Oggi in Italia esistono molti centri clinici per le IST dislocati perlopiù in grandi centri ospedalieri o nei policlinici universitari delle maggiori città. Qui molto spesso sono disponibili tecniche diagnostiche standardizzate per la diagnosi delle principali IST come sifilide, gonorrea e HIV. In altri sono disponibili anche tecniche per la diagnosi avanzata dell’infezione da Clamidia e delle IST tropicali. Tuttavia nella quasi maggioranza dei centri possono essere anche disponibili:
METODO | MECCANISMO DI AZIONI | PROVE DI EFFICACIA |
Preservativo o condom (m/f) | Protegge dal contatto diretto con le mucose genitali e orali, con lo sperma e le secrezioni vaginali. | Efficace in vitro e in vivo quale barriera a HSV, HIV e CMV e agenti batterici. Efficacia tuttavia fortemente dipendente dalle modalità d’uso.
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Spermicidi | Determinano l’inattivazione chimica dell’agente infettivo. | Uso non vaginale non è stato ben studiato. Tendono a inattivare gonococco, treponema p., HSV e trichomonas in vivo. Non ci sono studi sull’effetto su C. trachomatis. Inefficaci contro HIV |
Diaframma | Protezione meccanica della cervice uterina. | Può diminuire il rischio solo di infezioni che colpiscono la cervice uterina (da N. gonorrhoeae e C. trachomatis) |
METODO | MECCANISMO DI AZIONI | PROVE DI EFFICACIA | |
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Tutti diminuiscono le probabilità di esposizione all’agente infettivo e la probabilità di esposizione agli individui che sono infetti. | Teoricamente efficaci. Gli studi indicano tuttavia efficacia relativa soprattutto nel medio-lungo termine. Efficacia aumenta se associata a metodi di profilassi e di barriera. |
METODO | MECCANISMO DI AZIONI | PROVE DI EFFICACIA | |
Vaccini | Inducono una risposta anticorpale protettiva specifica. | Disponibili solo per infezione da HBV e da HPV. Efficacia elevatissima per l’infezione da HBV. Efficacia dimostrata nel diminuire incidenza dei condilomi acuminati Dati non incoraggianti per vaccini contro sifilide, HSV e HIV | |
Terapie antibiotiche post-coito | Impediscono l’istaurarsi dell’infezione dopo il contatto con l’agente. | Pochi studi solo su militari. Uso non raccomandabile viste il rischio di resistenze. | |
Terapia antiretrovirale pre-esposizione (PReP) | Impedisce l’instaurarsi dell’infezione da HIV in soggetti che si espongono continuativamente | Efficacia varia secondo l’aderenza. Efficace oltre 80% se assunta sotto controllo medico e nei tempi associati all’esposizione sessuale. Efficace solo contro HIV |
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Terapia antiretrovirale post esposizione (PeP) | Impedisce l’instaurarsi dell’infezione da HIV in soggetti esposti nelle 24-48 ore precedenti l’assunzione | Efficacia dimostrata solo entro qualche decina di ore dall’esposizione. Efficace solo contro HIV. |
E’ facile usare il preservativo con chi è propenso a usarlo o lo chiede prima di noi. Difficile è usarlo con chi sembra dimenticarsene o addirittura con qualcuno che vuole proprio evitarlo. Tuttavia il preservativo va utilizzato proprio con queste persone e magari se incontrano uno come te che riesce a spiegargli il perché vada usato, magari cominciano anche loro a farlo come te.
Comunque se qualcuno non ti chiede di usare il preservativo, o rifiuta la tua proposta di usarlo, ricorda che questo può significare che:
Se sai la certezza o solo il sospetto che il tuo partner abbia rapporti sessuali con altre persone, parlagli di questo apertamente e accertati che almeno usi sempre il preservativo anche nei soli rapporti orali.
Un’adeguata lubrificazione è utile per prevenire eventuali rotture.
Usa lubrificanti IDROSOLUBILI. Non usare lubrificanti grassi (vaselina, olio da cucina, lozioni oleose, burro o margarina, ecc.) perché possono danneggiare la membrana di lattice.
Anche la saliva è sconsigliata. Usa il lubrificante sulla parte esterna del preservativo. E’ bene lubrificare anche l’ano.
Non lubrificare il pene prima di indossare il preservativo perché potrebbe sfilarsi durante il rapporto.
Non ti fidare di quelle sostanze chimiche, spermicida e simili, che promettono di danneggiare il virus: non è dimostrata nessuna efficacia contro il virus, sono irritanti e a lungo andare possono risultare dannose alla tua salute.
Il pene ritiralo subito dopo l’eiaculazione perché quando l’erezione viene meno il preservativo può scivolar via facendo fuoriuscire lo sperma. Quando ritiri il pene, tieni saldamente la base del preservativo. Non usare lo stesso preservativo per penetrare più persone: ad ognuno il suo!
NON DISPERDERE I PRESERVATIVI NELL’AMBIENTE PERCHE’ FARE IL TEST HIV,
Se pensi che facendo il test ogni sei mesi stai facendo prevenzione sei sulla strada sbagliata: la prevenzione viene prima del test. Il test ti aiuta a capire se hai già avuto un contatto con il virus.
Sono le modalità di sesso sicuro che ti preservano!