20 Set Lo screening delle infezioni sessuali rientra tra i diritti alla salute delle donne statunitensi.
Una buona notizia arriva da oltreoceano e sancisce che la salute delle donne passa anche per lo screening per le infezioni sessualmente trasmesse. Nuovi dati raccolti sembrano infatti suggerire l’utilità dello screening per clamidia e gonorrea nelle donne statunitensi asintomatiche che per età o vita sessuale hanno maggiori probabilità di contrarre l’infezione. Clamidia e gonorrea sono tra le infezioni sessuali maggiormente diffuse. Si presentano comunemente in forma asintomatica, e possono essere causa della Malattia infiammatoria pelvica (PID) che, se non trattata, provoca gravi danni all’apparato riproduttivo femminile, compromettendo la fertilità e favorendo gravidanze extrauterine. Già nel 2014, autorità sanitarie statunitensi, come la Preventive Services Task Force (USPSTF) che esaminano le prove di efficacia degli interventi sanitari e sviluppano iniziative di prevenzione da includere tra le prestazioni erogate dalle compagnie di assicurazione, si erano espresse a favore dello screening nella popolazione femminile. Ora, sulla base di ulteriori dati raccolti, l’USPSTF ha concluso che lo screening per clamidia e per gonorrea in tutte le donne sessualmente attive di età ≤24 anni e nelle donne di età ≥25 anni ad aumentato rischio di infezione conferisce un moderato beneficio netto. Sono considerate a rischio le donne non monogame, quelle con storia di un’altra infezione sessualmente trasmessa o un partner promiscuo. Sono considerati fattori di rischio anche una storia di scambio di sesso per soldi o droga o una storia di incarcerazione. Lo screening gratuito si avvale di test in PCR su tamponi che prelevano secrezioni cervicali e vaginali, ma anche su campione d’urina.